El Sauzal
CASA DEL VINO "La Baranda"
Casa Museo Insulare Della Vite E Del Vino Di Tenerife
Indirizzo:
Autopista Gral. del Norte. Km. 21. (Uscita del Sauzal)
38360 El Sauzal
Tfno: 922 572 535 / 922 572 542/ (Restaurante) 922 563 388 - Fax: 922 572 744
Orario:
Martedì a sabato dalle 11 alle 20. Degustazione di vini e negozi sino alle 22.
Domenica e festivi: dalle 11 alle 18
Lunedì: chiuso
Web: http://www.casadelvinotenerife.com/
La Casa del Vino "la Baranda" è un'antica fattoria Canaria del XVII secolo il cui proprietario, il Cabildo di Tenerife ha destinato per la promozione dei vini di qualità dell'isola. ospita al suo interno il museo insulare della vite e del vino di Tenerife. Nella sala di degustazione si possono provare vini prodotti nelle cinque zone a denominazione d'origine dell'isola, ed acquisirli nella sua vinoteca e nei punti di vendita che si trovano all’interno.
La Casa del Vino, dispone anche di sale di proiezione ed esposizione, ristorante e taverna, terrazza, un antico torchio nel suo cortile centrale e un parcheggio proprio.
CASA DEL MIELE
Web: Casa de la Miel - Tel.: 922 562 711922 562 711
La Casa del Miele, creata da Cabildo insulare di Tenerife nel 1996 si trova nella zona superiore dell'area dove si trova ubicata la Baranda, nello stesso luogo dove troviamo, anche la Casa del Vino (El Sauzal). È un centro orientato a migliorare la qualità del miele dell'isola, si realizzano servizi di estrazione, analisi, confezionamento, cooperazione, laminatura delle cere e servizio di consulta per tecnici e apicoltori.
L'etichetta -" Miele di Tenerife " garantisce la composizione e la qualità del prodotto. La ape autoctona di Tenerife è l'ape nera, che produce annualmente circa 130 mila chili di miele. Nell'isola esistono quattro tipi o classi di mieli differenti:
-Miele della costa nord
-Miele della costa sud
-Miele di montagna
-miele di altura (ginestra del Teide, fiori del Tajinaste e chahorra).
Museo de la Lucha Canaria (lotta canaria)
Indirizzo: Callejón del Cementerio, nº 7, 38360, El Sauzal.
Telefono di contatto del Museo: 629-272-580629-272-580.
Telefono della Federación de Lucha: 922-251-452922-251-452.
E-mail: prensa@federacioncanariadeluchacanaria.com.
Ingresso gratuito.
Orario: lunedì-giovedì mattino: dalle ore 9.00 alle 13.00 / pomeriggio: dalle ore 17.00 alle 20.00 - venerdì dalle ore 9.00 alle 14.00 / sabato e domenica: chiuso
Il Museo, situato nella Casa de Los Callejones, è un progetto promosso dalla Federazione della Lotta Canaria grazie al patrocinio della Direzione Generale di Cooperazione e Patrimonio Culturale dell'Assessorato all'Educazione, delle Università, del servizio di Cultura e Sport del Governo delle Canarie e dello stesso municipio di El Sauzal. I lavori di allestimento di questo museo, inteso piuttosto come Centro di Interpretazione, sono stati effettuati dall'Associazione Culturale Pinolere e El Alfar Canarias S.L. L'idea era di disegnare e realizzare un museo della lotta canaria in base a un copione previamente discusso insieme alla Federazione della Lotta Canaria, che voleva raggiungere un approccio storico a uno dei simboli più importanti degli abitanti delle Canarie, la lotta.
Persone disinteressate e istituzioni hanno dato il loro contributo apportando numerosi e preziosi documenti grafici. Queste persone erano Salvador Sánchez “Borito” a Gran Canaria o Francisco Antequera Amor nell'isola de La Palma, il lottatore di El Sauzal, Belarmino Goya, la vicina di Ravelo, Filomena González, insieme alla consulenza scientifica del professore, ricercatore e storiografo di lotta canaria José Roque Falcón Falcón.
ITINERARIO SALA PER SALA
All'entrata del Museo c'è un pannello fotografico di una piccola parte di lottatori della storia che danno il benvenuto ai visitatori.
Sala Lotte del mondo: si trova un pannello che espone le Lotte nel Mondo dove si mostrano le diverse lotte corpo a corpo, senz'armi, trasformate alcune in sport universale e altre facenti parte del folclore dei diversi paesi e regioni del mondo.
Sala della Lotta Indigena, dai suoi primi abitanti, che anche se con notizie a volte confuse, forniscono la certezza che alle Isole Canarie viene praticata la stessa lotta. Documenti di cronaca, storiografi e letterati, interessati a spiegare il modo di vita degli indigeni dell'isola.
Sala Lotta nell'emigrazione dove si mostrano alcuni lottatori che sono emigrati in America allo scopo di cercare fortuna, esibendo la loro lotta nei teatri, circhi e nei luoghi pubblici in paesi come Cuba, Argentina, Venezuela e il Sahara.
Sala Verde. (Dalla fine della Conquista alla fine del XIX secolo) dove una volta conclusa la Conquista delle Isole, molti dei costumi degli indigeni canari sono stati condannati a scomparire o a trasformarsi lentamente portando alla nascita di una nuova società che anche se aveva origini indigene ha ricevuto contributi da parte di numerosi coloni e schiavi.
Sala Cucina, si parla della regolamentazione e dei processi di creazione delle Federazioni, fino alla loro indipendenza della FEL e la creazione della FLC, nonché del presente e del futuro della Lotta Canaria.
Sala Audiovisiva chiamata "El Terrero" dove si simula una biglietteria e un'entrata a uno scalino di un'arena di Lotta dove si vedono diverse immagini di alcune delle lotte che nel corso della storia sono state riprese dalle catene televisive delle Canarie.
Piano superiore:
- I mezzi di comunicazione sociale e la lotta.
- L'irruzione delle nuove tecnologie, tra cui Internet, come mezzo di espressione del mondo della Lotta Canaria.
- Gli indumenti della lotta. Gli indumenti che deve indossare il lottatore. La fabbricazione degli indumenti della lotta, i colori, la regolamentazione dei pantaloni.
- Le prese
- Il "Terrero" (arena). Luogo dove si celebrano le prese della lotta.
- L'abilità. Diverse proiezioni di tecniche che impiegano i lottatori.
- I giudici-arbitri, giurati e tavolo.
- Le gare. Sistema di lotta: "lucha corrida" (le squadre sono composte da diciotto lottatori), "tres las dos mejores, reducido" (le squadre sono composte da dodici lottatori), "todos contra todos" (le squadre sono composte da sei lottatori). Gare individuali per categorie, individuali per peso e "desafío concertado" (sfida stabilita dai due lottatori da svolgere in date posteriori) "desafío de rasquera" (quando un lottatore sfida il vincitore di una lotta).
Il Mandador (capitano). Fondamentale nello sviluppo della lotta. Incaricato di formare le coppie
- L'arte nella lotta: Sculture e pitture. Letteratura e musica dedicata in numerose opere alla lotta e ai lottatori di maggiore rilievo.
- La donna nella lotta. Comparsa delle squadre femminili.
Parte posteriore della casa: nella parte esterna si trova una simulazione della metà di un terreno di lotta che serve per le esibizioni ai visitatori.
Casa Museo della Serva di Dio
Indirizzo: Pasaje Sierva de Dios, s/n, 38360, El Sauzal.
Telefono: 922-573-492922-573-492.
Ingresso gratuito.
Orario: lunedì e martedì Chiuso / mercoledì dalle ore 15.00 alle 18.00
Giovedì-sabato dalle ore 11.00 alle 18.00 / domenica dalle ore 10.00 alle 13.00
Casa Museo della Serva di Dio
La Casa Museo Serva di Dio, situata nel comune di El Sauzal, fu inaugurata il 19 dicembre del 2007, dopo essere stata oggetto di diversi lavori di restauro da parte del Cabildo di Tenerife.
La Casa Museo della Serva di Dio è un omaggio alla memoria di Maria di Gesù che nacque in questo comune nel 1643. Si tratta di uno spazio storico giacché si crede che fu in questa zona dove nacque la "piccola Serva".
Suor Maria di Gesù nacque nel paese del Sauzal il 23 marzo del 1643, e morì in odore di santità il 15 febbraio del 1731. Attualmente a Roma sono in corso le pratiche per la sua beatificazione e per la giusta coronazione che con vera fede è attesa da tutta la società canaria.
Nel museo sono presenti oggetti che, anche se non appartennero né a lei né alla sua famiglia, rievocano il periodo in cui visse e servono come riferimento per il visitatore. Nella casa sono presenti cantine, una stanza per gli attrezzi, un cortile, orti, una cucina, una sala o stanza del cucito dove si riunivano le donne per cucire.
STORIA DELLA PICCOLA SERVA DI DIO
Il sorprendente caso di Suor Maria di Gesù. Ogni 15 febbraio si ripete il rituale. Migliaia di persone, di cui l'immensa maggioranza sono fedeli credenti, camminano a pochi metri di distanza dal vistoso sarcofago in cui è conservato il corpo incorrotto della monaca Suor Maria di Gesù. Un vetro permette di contemplare il corpo della religiosa vestita coi suoi abiti, lasciando allo scoperto le mani e un viso per il quale non sembra mai essere passato il tempo.
Anche se alle Canarie la sua popolarità è indiscutibile, a livello nazionale ci sono pochi riferimenti a Suor Maria di Gesù nei trattati che in maniera esplicita o superficiale parlano delle anomalie e dei prodigi che circondano i santi e i religiosi. La piccola serva, così chiamata con affetto sia dai credenti che la ammirano per le sue virtù e intercessioni sia da coloro che la vedono come un fenomeno quanto meno curioso, nacque nel municipio di Tenerife di El Sauzal il 23 marzo del 1643 e morì il 15 febbraio del 1731 all'età di 87 anni. Da allora il suo corpo è rimasto incorrotto e conservato in modo che apparentemente sfiori la prodigalità, nonostante lo scetticismo che ci invade, in particolar modo se si tiene conto delle peculiari condizioni ambientali che circondarono il corpo nei primi anni dopo la sua morte, per nulla favorevoli alla sua conservazione. Il suo spettacolare stato e altri fenomeni strani altrettanto interessanti legati a tale figura, fanno sì che questa monaca di Tenerife sia un caso indiscutibilmente interessante nell'ambito della fenomenologia mistica e religiosità popolare.
Misticismo e devozione
Contrariamente ad altri corpi incorrotti venerati in un contesto religioso, quello di María de León Bello y Delgado, nome di nascita della nostra protagonista, non può essere visitato dai fedeli e dal pubblico in generale in qualsiasi momento dell'anno. Con lei accade giusto il contrario, quindi se qualcuno desidera vedere da vicino questo insolito fenomeno costituito dalla sua incorruttibilità deve alzarsi presto e mettersi in fila il 15 febbraio, data in cui si commemora la sua morte, e le monache di clausura del convento di Santa Catatalina di La Laguna, luogo in cui si conserva da secoli, espongono il suo corpo. Migliaia di persone passano durante tutta la giornata davanti al lussuoso sarcofago col coperchio di vetro regalato da Amaro Pargo, amico della monaca e benefattore del convento che si è sentito sotto la protezione della religiosa, aspettando scrupolosamente il loro turno nelle lunghe file che circondano l'edificio. Tale pellegrinaggio permette ogni anno di aggiungere alla causa della beatificazione centinaia di nuove grazie concesse apparentemente attraverso la mediazione della religiosa, aumentando così la fama relativa ai miracoli che faceva quando ancora viveva e che ha portato a situare la sua devozione tra le prime dell'isola, dopo quella della Madonna della Candelaria e il Fratello Pedro de Betancourt.
Anche se il suo corpo si trova a circa dieci metri dal luogo in cui passano i pellegrini e l'illuminazione non è troppo buona, è possibile ammirare con un certo dettaglio l'apparente buono stato di conservazione della religiosa attraverso i lineamenti della monaca che vestiva gli abiti domenicani e sembra solo dormire.
La vita di Suor Maria di Gesù è piena, come ci si può immaginare, di qualsiasi tipo di racconti che mettono in rilievo le grazie celestiali con cui fu a quanto pare benedetta, racconti tradizionali che logicamente risultano molto difficili da verificare e che stimolano la devozione popolare. Si racconta ad esempio che da piccola sentiva una grande devozione per un'immagine del Bambino Gesù che si trovava nella Chiesa di San Pedro, in El Sauzal, un'immagine che si credeva le aprisse le porte del tempio per ricevere la sua visita, o come un alloro smise di crescere per poter continuare a ricevere direttamente le cure della nostra protagonista. Prodigi che sembrano far parte piuttosto delle solite storie di devozione che sorgono allo scopo di creare una biografia che mette in evidenza la presenza della divinità sin dalla sua infanzia.
Fu a febbraio del 1668 quando entrò nel convento, e dopo un anno prese l'abito religioso e visse da allora fedele ai suoi voti e in continua penitenza, dove non mancavano flagellazioni, digiuni o il portare una pesante croce di legno per i giardini. Atteggiamenti di dolorosa devozione difficilmente comprensibili ai giorni nostri, ma comune in altri tempi in cui la religiosità si viveva in maniera molto diversa. Il giornalista di EL DÍA, Domingo García Barbuzano, scrisse vari anni fa una completa e devota biografia della monaca, dove narra di singolari fenomeni e fatti di natura "strana". Mette in rilievo ad esempio un episodio che in parapsicologia è conosciuto come telecinesi, in cui una medaglia di acciaio con l'immagine della Solitudine, di proprietà della monaca, si riformò spontaneamente dopo essersi rotta in vari pezzi giorni prima, o addirittura un episodio di possibile levitazione descritto da altre suore. Come accade anche con altri mistici, Suor Maria di Gesù in alcuni casi entrava in estasi, in cui si descriveva una certa luce che emanava dal suo volto, e un aumento considerevole della temperatura del corpo. Barbuzano diceva che "quando prendeva la comunione il suo corpo veniva avvolto da un calore divino che affiorava in viso. Era così forte che, in un caso, disse: allontanati da me Signore che non posso soffrire tanta fiamma. Nascondeva tale calore dicendo che era dovuto al mantello e al velo dell'abito". In entrambi i casi si parla di fenomeni parabiologici di speciale interesse.
Incorruttibilità
Nella vita della religiosa ci sono anche diversi episodi di premonizione e la presenza di un sogno che portò allo sviluppo nel suo fianco di stigmate e a una possibile bilocazione attestata dal famoso corsaro Amargo Pargo, oltre che da alcuni documenti mistici studiati dai suoi biografi e custoditi dalle suore. Anche se si sono verificati episodi di apparenza soprannaturale di per sé significativi, essi probabilmente non si sarebbero diffusi se non fossero andati di pari passo con l'incorruttibilità del suo corpo, scoperta tre anni dopo che era stata sepolta. I testi narrano che poco prima di morire fosse caduta in estasi, conservando il polso e le pupille chiare per più di 24 ore, e dal suo corpo sgorgava sangue liquido se si faceva qualche taglio e un liquido trasparente mantenne il suo profumo di gelsomino per diversi anni. A gennaio del 1734, quando i resti del suo corpo furono trasferiti, si scoprì che il corpo era rimasto intatto, con gli indumenti bagnati, flessibile, con il suo colore naturale. Addirittura un pezzo della sua carne prelevato da una religiosa e conservato nel reliquiario sembrava essere cresciuto inspiegabilmente di forma. E così continua da allora, nonostante siano trascorsi ben 273 anni.
La nuova costruzione che fa parte dell'insieme si basa su una rete di pilastri e travi che sostengono una forgiatura convenzionale di piccole travi e archi nel primo piano. La struttura del tetto è formata da pezzi rettangolari e a forma di tubo di acciaio, e pannelli di legno. I rivestimenti formano due pareti di muratura che si appoggiano su una struttura di cemento.
Anche se esiste una lunga tradizione di miracoli, la Chiesa si mostra tanto esigente che almeno in questo caso fa da "avvocato del diavolo", allo scopo di certificare senza ombra di dubbio la natura soprannaturale dei fatti presentati come miracolosi. E anche se la incorruttibilità non è un segno di santità è evidente che anche in questo caso genera un'importante devozione popolare. Ciononostante nel dossier della causa di beatificazione della Piccola serva esistono vari episodi di guarigioni che sono candidati a essere dei prodigi, anche se, in data di oggi e in un mondo così esposto all'impensabile, nessuno di essi risulta concludente. Forse quest'anno concedono a noi curiosi e a chi si dichiara devoto l'atteso miracolo.